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Insoliti profumi - Profumo di Selvatico

Eccolo! E' nato! Un nuovo libro. Bello, intrigante, segno tangibile della mia crescita. Sono soddisfatta. Lo sono stata per ognuno dei miei libri, ma questo è un grosso passo avanti. Eccovi la prima storia: Savannah, la conosciamo ama i lupi, ha scritto finalmente il suo primo libro, ha visto e vissuto la nascita di Michael il primo figlio, vive con suo marito Robin vicino ai suoi genitori. Qui incominciano le sorprese. La localizzazione della storia: Savannah abita a Pigeon Forge, alle porte del parco nazionale delle Great Smoky Mountains a cavallo tra il Tennessee e la Carolina del Nord. Una zona eccezzionalmente bella. La storia si dipana tra tre emergenze animali. La dolcezza dell'incontro con Hania e Jaci, Robin che va a salvare gli orsi e un'epidemia terribile di rabbia. L'interazione tra i personaggi cambia perchè c'è il piccolo Michael che, nonostante la giovanissima età, ha le idee molto chiare sulla vita.

Gestire tanti personaggi, le emergenze, la vita quotidiana, la linea temporale, le descrizioni ambientali, le interazioni tra i personaggi. Niente di facile, l'errore è dietro l'angolo, ma alla fine mi sono proprio divertita e spero di aver scritto qualcosa di gradevole. Il nuovo racconto incomincia così:

" Il Great Smoky Mountains National Park è una riserva naturale che occupa ben più di duemila chilometri quadrati. Queste splendide montagne fanno parte della catena degli Appalachi e ospitano una parte del famoso sentiero di tremilacinquecento chilometri che ogni anno migliaia di turisti percorrono a piedi. Il territorio è diviso tra Tennessee e Carolina del Nord. La flora e la fauna sono molto abbondanti, la zona è ampia, popolata da migliaia di specie di piante e animali che creano un ecosistema equilibrato. I paesaggi sono mozzafiato, i torrenti, i fiumi, i laghi sono ricchi di pesce e carichi d'acqua. L'uomo può godere di questa meraviglia e integrarsi perfettamente, se è in grado di comprendere l'ambiente e rispettarlo.

In questo meraviglioso habitat, un grande branco di lupi vive in una splendida zona, al limitare di una bellissima radura erbosa, vicino a un torrente pescoso, con le tane protette da una fitta boscaglia rigogliosa. La pace e tranquillità sono improvvisamente sconvolte dal suono assordante di una lunga colonna arancione di veicoli a motore.

Il branco non si lascia spaventare ed è pronto a dare battaglia all'invasore con le unghie e con i denti, letteralmente. Alla testa del gruppo c'è un grosso lupo adulto: nero, muscoloso, con occhi gialli come i fiori di luparia, denti candidi che sbucano da gengive rosse come il fuoco. È il lupo alfa, alle sue spalle ci sono quasi trenta lupi, una parte sono figli suoi, si vede. Il branco è compatto e segue l'esempio del capo: sguardo truce, pelo ritto sulla schiena, denti scoperti, ringhio minaccioso. Anche l'uomo più coraggioso avrebbe paura e fuggirebbe a gambe levate davanti a questo formidabile esercito.

La lupa alfa non è con il suo branco, è rimasta nascosta, vicino alla tana. Dentro, al fondo di uno stretto cunicolo, ci sono sei cuccioli grassocci, nati a primavera; sono il futuro del branco, sono i suoi figli e devono essere difesi ad ogni costo. Al primo rumore, li ha spinti in fondo alla tana, ben nascosti, ed è rimasta fuori, piantata sulle quattro zampe e con le orecchie dritte a guardare e ascoltare. Un raggio di sole che trapela tra i rami degli alberi, la illumina: il pelo argenteo, due grandi e dolcissimi occhi marroni, il pelo bianco che le percorre il collo e il ventre. La muscolatura soda guizza sotto la pelliccia lucida e setosa. Quello splendido animale è pronto a qualunque evenienza. Lei non ha ancora rizzato il pelo della schiena o sfoderato i denti, ma non c'è niente che possa spaventarla e difenderà i suoi piccoli sino al suo ultimo respiro. Non si arrenderà davanti a niente.

La squadra di operai ha lasciato la strada asfaltata, ha allargato i sentieri abbattendo la vegetazione del sottobosco ed è sbucata nella radura. Hanno spento i motori e sono scesi dai mezzi. Hanno incominciato a urlare tra di loro: ordini e risate, parole volgari e comandi secchi. Decine di voci che si accavallano, ma che soprattutto, rompono il silenzio della foresta.

I grandi mezzi arancioni sono anacronistici, quegli uomini con grossi scarponi e caschi gialli sono fuori posto, invadenti, irrispettosi dell’ambiente selvaggio che li circonda.

Il branco non ha intenzione di sopportare l’invasione del proprio territorio e lo farà nel modo che Madre Natura ha insegnato: zanne sfoderate, pelo ritto, ringhi, ululati e latrati terribili. Sguardi fiammeggianti e biancheggiare di zanne, spaventano quegli uomini rudi. Trenta formidabili esemplari arrivano correndo come un solo lupo nella radura e mettono in allarme l’intera squadra, armata solo di asce. La situazione è palesemente sbilanciata: basta un solo sguardo tra gli uomini per capire che bisogna abbandonare precipitosamente la zona. Gli operai saltano sulle jeep e i camion, invertono il senso di marcia e lasciano il sito. Le pale meccaniche, le gru con le ganasce e i rimorchi per i tronchi, restano tristemente abbandonati.

Il lupo alfa resta a guardare questa scena, non ritiene necessario inseguire il nemico che sta fuggendo a gambe levate. Sa che gli uomini che stanno andando via, sono molto pericolosi, anche se sono armati solo di asce, perché torneranno. L'uomo non si arrende mai così facilmente, specialmente se di mezzo ci sono attrezzature meccaniche e la distruzione di una parte della foresta.

I lupi guardano il loro capo e sentono tutta la sua preoccupazione. Con circospezione si avvicinano ai veicoli abbandonati, puzzano terribilmente, meglio coprire quell'odore con l'odore di lupo, lasciare qualche ricordino, segnare nuovamente quel territorio per rivendicarne il possesso."

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