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Insoliti profumi - Profumo di fantasma

Secondo racconto lungo. Stessi problemi e stesse soddisfazioni del precedente, ma questa volta siamo in Italia, nella provincia di Belluno vicino alle Dolomiti.

Chiara, la giovane pensionata che vede i fantasmi non ha ancora esaurito le sue avventure. Ci saranno fantasmi da aiutare, ci saranno bambini da guardare, feste da preparare, il giardino da curare tenendo a bada i dolori della schiena. Poi, come in tutti i romanzi che si rispettano, ci sarà un nuovo amore. Elegante, gentile, educato. Un uomo d'altri tempi. Bello come un dio greco e tanto premuroso. Il serial killer del racconto precedente è stato completamente dimenticato. I fantasmi sono quasi sempre gentili ed educati, quasi... perchè... non ve lo dico.

Ecco un pezzettino di racconto:

"In una tiepida sera di fine estate, seduta sotto il portico, il via vai dei vicini che approfittano delle ultime passeggiate è una piacevole distrazione per Chiara che aspetta l'ora di andare a dormire. Guarda l'album delle fotografie, si perde nei dettagli dei piumaggi. Alza lo sguardo e torna a guardare la via.

Sotto il lampione, dall’altra parte della strada, un uomo la sta guardando. Sembra un uomo normale, vestito con un paio di jeans e una camicia bianca con le maniche corte, il viso un po’ magro, in verità, ma il dettaglio più stridente è la mancanza di scarpe. Chiara si sente in imbarazzo, l’uomo la guarda con insistenza. Lei guarda a destra e sinistra, sperando di poter fermare un vicino e chiedere aiuto, ma la via è diventata improvvisamente deserta. Cercando di non rivelare la propria agitazione, Chiara si alza, raduna le sue cose, rientra in casa e chiude a doppia mandata le porte e poi le finestre.

Sbirciando da dietro la tenda del salotto, vede il lampione e nota che l'uomo è scomparso; aspira una lunga boccata d'aria, prende un libro e va a dormire cercando di scacciare quell'immagine dalla sua mente.

Chiara, nelle serate successive, guarda il lampione, sempre alla stessa ora, ma l'uomo non compare più, così finisce per dimenticarlo.

Arriva l’autunno e l’inizio delle scuole. I vicini di Chiara hanno una coppia di gemelli, lavorano entrambi e hanno bisogno di aiuto. Simone e Davide, sono due splendidi bambini: simpatici, vispi, attivi, molto ben educati ma veramente vivaci.

Chiara li va a prendere tutti i pomeriggi dopo la scuola, li aiuta nei compiti, giocano insieme e dividono torte buonissime che lei prepara con cura. Alle venti, Chiara li riaccompagna a casa, scambia qualche convenevole con i genitori e poi ritorna a casa. Neanche dieci minuti di strada tra andata e ritorno.

Una sera d'inizio ottobre incomincia a piovere. Chiara prende gli ombrelli e riaccompagna a casa i piccoli; quando torna indietro, sotto il lampione c’è di nuovo l’uomo di molto tempo prima. Il cono di luce del lampione illumina la pioggia, che sembra girare intorno all’uomo. I capelli e i vestiti sono asciutti. I piedi sono nudi. L’uomo ha le mani affondate nelle tasche e la sta guardando con insistenza. Chiara affretta il passo, rientra in casa, chiude tutto accuratamente e incomincia a prepararsi una cena calda, per togliersi il gelo che le ghiaccia le ossa e la fa tremare come una foglia. Un pensiero che non vuole considerare le gira per il cervello: è un fantasma, avrà bisogno di qualcosa. Non vuole dare seguito a quell'idea, le sembra strano che quell'uomo resti sotto quel lampione e la guardi senza presentarsi. Di solito, i suoi fantasmi, non fanno così.

Un odore di nebbia invade la cucina illuminata, sente uno spiffero umido che le scivola lungo la guancia spostandole una ciocca di capelli, alza lo sguardo e nota l'uomo che era sotto il lampione, che la sta guardando. Chiara ha un sussulto, il cuore perde un battito, ma l'uomo alza le mani, le scuote insieme alla testa, in segno di diniego, sperando che lei non si metta a urlare o svenga per lo spavento.

- Buonasera, Chiara, per favore non si spaventi!

- Oh! Buonasera. No, non mi ha spaventato, ma mi ha sorpreso. Lei è davvero un fantasma, quindi.

- Glielo posso dimostrare, se vuole. È un po' che la osservo, non trovavo mai il momento giusto per parlarle. Charline mi ha detto che lei poteva aiutarmi.

- Io forse la potrò aiutare? Se ne sarò capace lo farò volentieri, ma non vorrei che si arrabbiasse se non ci riuscirò.

- Sono certo che ci riuscirà, Charline ha detto che lei ha sempre delle buone idee.

- Charline è molto fiduciosa. Speriamo in bene! Senta, che ne dice di presentarsi e raccontarmi la sua storia? Così vediamo cosa si può fare.

- Mi chiamo Gianni. Le sono grato perché mi dà la possibilità di raccontarle la mia storia. Magari riuscirà anche a fare in modo che io abbia giustizia. Vuole toccare la mia mano per accertarsi che sono un fantasma?

- Grazie, Gianni. Non ho bisogno di toccarti per sapere che sei un fantasma. Sei trasparente, nonostante l'abbigliamento, sei circondato da un alone umido che ha odore di nebbia. Nella stanza fa più freddo del solito, quindi sono sicura che tu sia un fantasma e so, dal tuo odore, che sei un po' agitato e preoccupato.

- Se l'odore le è sgradito, tornerò un'altra volta.

- No, non ti preoccupare. L'odore non è sgradevole, raccontami tutto!

Il fantasma le sorride, ma ha uno sguardo molto triste negli occhi. Arretra fino a una zona d'ombra, così la sua immagine prende maggior consistenza. Ne viene fuori un uomo un po' attempato, con i capelli scuri, le occhiaie profonde, la pelle particolarmente bianca, le vene blu che risaltano nel pallore. Porta ancora il paio di jeans e la camicia bianca con le maniche corte, ma non ha le scarpe e i piedi sono lividi. Chiara si sente spezzare il cuore per quella condizione; decide di sedersi e prepararsi ad ascoltare con attenzione. Arretra lentamente sino a una sedia della cucina, si siede pesantemente e sobbalza quando il cucchiaio che ha lasciato sul tavolo, cade rumorosamente sul pavimento. Il rumore metallico rimbalza sulle pareti e rimbomba nella casa vuota facendola trasalire; soffoca un grido di spavento coprendosi la bocca con la mano.

- Scusami se sono così agitata, ma è un anno che non vedo fantasmi. A questo punto devo chiederti come posso aiutarti. Mi sembra evidente che non saresti qui se non avessi bisogno di aiuto.

- In effetti, vorrei avere giustizia. Tra noi fantasmi la tua fama si è diffusa in fretta. Renata e Charline ci hanno raccontato meraviglie sulle tue capacità e mi sono detto che forse, avresti potuto aiutarmi a ritrovare il mio corpo e magari fare giustizia.

- Hai bisogno di giustizia? Come sei morto? Ti hanno ucciso? Se vuoi, puoi raccontarmi quello che ti ricordi. Io prenderò appunti se per te va bene.

- Mia moglie e il suo amante si sono liberati di me: lei mi ha colpito in testa con una pala da giardino, mentre il suo amante, mi ha pugnalato al cuore. Eravamo nel nostro garage. L'ultima cosa che ricordo è il pavimento di cemento, freddo, ruvido e polveroso. Sono senza scarpe, non hai idea di quanto lo trovi fastidioso. Forse mi hanno seppellito così. Questo per me è seccante, ma è sicuramente più grave che mi abbiano ucciso."

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