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Aborigeno con strumento - Il viale dei baobab

  • Immagine del redattore: Maria Caterina Comino
    Maria Caterina Comino
  • 9 mag 2018
  • Tempo di lettura: 2 min

Didgeridoo è uno degli strumenti che suonano gli aborigeni. Una lunga canna cava, grossa, che viene soffiata e percossa con un bastoncino. Si ottengono sonorità spettacolari se si hanno i polmoni allenati. Sono musiche bellissime. Provate a cercare su youtube qualche video e vi renderete conto di quali sensazioni ancestrali si risvegliano al suono di questo strumento. Ci vogliono polmoni allenati. Dalle mie ricerche sull'Australia per scrivere il racconto precedente, sono approdata qui. Con il desiderio di parlare di questi uomini che sono così particolari, così legati alla terra, alle loro tradizioni. Sono rimasta davvero affascinata da quello che ho appreso e mi sono detta: ma allora non è vero che sono drogati e ubriaconi. No non è vero e sì è vero. E' l'uomo bianco che come al solito, per giustificare la propria invasione, li ha ridotti così. Sino a che gli fa comodo, sino a che possono lavorare ed essere sottopagati. Gli aborigeni sono l'ennesimo popolo che è stato invaso e ha subìto. Ma se volete, da qui si apre il dibattito sul fatto di invadere ed essere invasi. Ci ribelliamo se veniamo invasi ma noi lo abbiamo fatto per millenni. Vedete dove porta la ricerca? Vedete dove porta la conoscenza? E la narrazione? Lascio a voi la scelta di leggere i miei racconti solo per le parole che sono scritte o di prendervi un po' di tempo e ragionare per le situazioni che sono descritte e farle diventare uno spunto di apertura mentale e magari di cambiamento.

"Gavin, oggi mi mostrerà lo strumento che suona alle cerimonie, alle feste e anche per l’uomo bianco in città. Si chiama didgeridoo: è una lunga e grossa canna di bambù. Mi racconta che è uno strumento che ha moltissimi anni. È nella sua famiglia da sempre. Lo strumento glielo ha regalato suo padre prima di morire, come glielo aveva regalato suo padre prima di lui e Gavin lo regalerà al suo primogenito quando sentirà che la fine è vicina. Mi fa capire che potrebbe andare indietro nel tempo molte e molte volte. L’imboccatura è grande, dura, il legno è scuro intorno. Lungo il tronco ci sono complicati intrecci di disegni tribali rossi e neri. Alcuni disegni ormai sono appena visibili, ma quello di suo padre e il suo sono ancora molto chiari. Un giorno, Gavin disegnerà un geco o un canguro per suo figlio. Il fiato percorre tutta la canna ed esce con un rumore cupo. Gavin sta suonando una canzone tradizionale del suo clan: è un canto molto antico che ricorda il suono del vento tra le pareti dei canyon. Con una canna più piccola, scorre il corpo dello strumento o lo percuote, mentre soffia con tutto il fiato che riesce ad accumulare dal naso. Alla fine della canzone, sarà coperto di sudore e completamente senza fiato."

 
 
 

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